lunedì 6 aprile 2009

Riscaldamento globale



Bjørn Lomborg: Riscaldamento globale? I veri problemi del mondo sono ben altro!
Scritto da Corrado Fronte
venerdì 03 aprile 2009

Bjørn Lomborg
Bjørn Lomborg è una delle personalità più in vista ed influenti tra gli studiosi che denunciano la infondatezza dell’allarmismo sul Riscaldamento Globale. Già professore associato di statistica al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Aarhus in Danimarca, direttore dell’ Environmental Assessment Institute nazionale danese, è ora professore associato alla Copenhagen Business School.

Nel 2004 la rivista Time ha incluso Lomborg tra le 100 personalità più influenti del mondo. Nel 2008 è stato nominato dal UK Guardian “una delle 50 persone che potrebbero salvare il pianeta” ; dalla rivista Foreign Policy and Prospect è stato definito “uno tra i 100 più importanti intellettuali”; e da Esquire “uno dei 75 più influenti personaggi del 21esimo secolo”.
Il suo merito maggiore è stato quello di aver fondato il Copenhagen Consensus Center, che tuttora dirige. Si tratta un organismo di altissimo livello che raduna alcuni tra i massimi economisti mondali, tra cui 5 premi Nobel, ed che ha stilato un elenco delle maggiori emergenze mondiali.
Bjørn Lomborg ha scritto due libri pubblicati in Italia da Mondadori: L’ambientalista scettico e Stiamo Freschi. E da quest’ultimo libro, per gentile concessione dell’autore e della casa editrice, pubblichiamo alcune pagine, nelle quali vengono messi a confronto i problemi del mondo con il Riscaldamento Globale.

I paesi del Terzo mondo hanno moltissimi problemi urgenti da risolvere, come per esempio quasi 4 milioni di morti per denutrizione, 3 milioni per l'HIV/ AIDS 2,5milioni per l'inquinamento dell’aria degli ambienti sia interni sia esterni, più 2milioni per carenze nutrizionali (ferro, zinco e vitamina A), quasi 2 milioni per mancanza di acqua potabile. Anche se il riscaldamento globale aggrava alcuni di questi problemi , è importante sottolineare che la loro vastità è probabilmente molto maggiore delle conseguenze del riscaldamento globale. Così le politiche volte a risolvere i problemi nella loro totalità avranno sulle persone effetti di gran lunga più benefici di quelle destinate a ridurre i piccoli inconvenienti aggiuntivi provocati dal riscaldamento globale. E mi domando di nuovo: per ottenere questi benefici, esistono modi migliori che ridurre l'anidride carbonica? Dobbiamo chiederci da dove vogliamo iniziare. È un quesito al quale mi sono dedicato a fondo tramite il progetto chiamato Copenhagen Consensus. Abbiamo domandato ad alcuni dei più autorevoli economisti a livello mondiale dove sarebbe stato possibile ottenere più in fretta i migliori risultati avendo a disposizione strumenti straordinari. Per ogni problema, abbiamo pregato gli esperti di proporre le migliori soluzioni. Per il riscaldamento globale avrebbero potuto essere la tassa sull' anidride carbonica o il protocollo di Kyoto, per la denutrizione la ricerca nell'agricoltura e per la malaria le zanzariere. Gli esperti non si sono limitati a dire che le soluzioni suggerite avrebbero potuto funzionare, ma ne hanno quantificato gli effetti e valutato il costo. In pratica, hanno stimato il valore in dollari di diverse soluzioni, proprio come si era fatto per il clima. In quel caso, avevano valutato i benefici di Kyoto per i singoli impatti positivi su agricoltura, selvicoltura, pesca, risorse
idriche, danni degli uragani e così via, e ne avevano valutato i costi attraverso le perdite di produzione. Nel caso della malaria, gli effetti positivi consisterebbero nel valore di un numero inferiore di morti, di malati, di assenti dal lavoro, di una popolazione più resistente anche ad altre malattie e di un aumento di produzione. L'unico costo sarebbe la cifra in dollari spesa per comperare, distribuire e usare le zanzariere.
Un gruppo di economisti di massimo livello, compresi quattro premi Nobel ha quindi redatto la prima lista mai compilata delle priorità globali, riportata nella tabella 1. In essa si dividono le opportunità di risolvere i problemi del pianeta in «ottime», «buone» e «mediocri», secondo il vantaggio che se ne trae per ogni dollaro speso. «Cattive» opportunità sono quelle in cui ogni dollaro procura un vantaggio valutato meno di 1 dollaro.

TABELLA 1
Lista delle priorità globali di investimento di risorse straordinarie
emersa dal Copenhagen Consensus del 2004.

Image - vedi tabella iniziale


Talune delle principali priorità corrispondono anche ad alcuni dei principali fattori di rischio identificati dall'OMS. Prevenire l'HIV/AIDS risulta essere il migliore investimento che l'umanità potrebbe fare: ogni dollaro speso in preservativi e informazione creerà un valore di circa 40 dollari di beneficio sociale (il valore di meno morti, meno malati, meno disgregazione sociale e così via). Con 27 miliardi di dollari, si possono salvare 28 milioni di vite nei prossimi anni.
La denutrizione uccide circa 4 milioni di persone ogni anno. In modo forse ancora più drammatico, colpisce più della metà della popolazione mondiale producendo danni alla vista, abbassando il quoziente intellettivo, limitando lo sviluppo e la produttività umana. Se si investissero 12 miliardi dollari, se ne potrebbero forse dimezzare i tassi di incidenza e di morte, perché ogni dollaro genererebbe un valore superiore a 30 dollari di benefici sociali. Sarebbe un grande vantaggio per tutti se il Primo mondo sospendesse i sussidi agli agricoltori, consentendo il libero commercio. I modelli suggeriscono che si potrebbe arrivare a benefici superiori a 2400 miliardi di dollari all’anno, metà dei quali andrebbero al Terzo mondo. Per raggiungere questo obiettivo sarebbe necessario liquidare gli agricoltori del Primo mondo, abituati ai vantaggi di un mercato chiuso, ma ogni dollaro investito creerebbe un beneficio sociale del valore di oltre 15 dollari. Infine, la malaria si porta via ogni anno 1 milione di vite. Colpisce circa 2 miliardi di persone ogni 12 mesi (molte di loro più volte) e provoca una diffusa debilitazione. Eppure un investimento di 13 miliardi di dollari ne ridurrebbe della metà l'incidenza, proteggerebbe il 90% dei neonati e ridurrebbe del 72% le morti dei bambini sotto i 5 anni. Per ogni dollaro speso avremmo un valore di almeno l0 dollari di beneficio sociale: un investimento davvero ottimo, soprattutto se consideriamo che verrebbero salvate molte vite in quei paesi che sopportano il peso dei maggiori problemi del mondo. All'estremo opposto, cioè in cima alla lista delle «cattive opportunità», i premi Nobel hanno collocato quelle legate ai cambiamenti climatici, Kyoto compreso, ricalcando quanto abbiamo già detto, e cioè che per ogni dollaro speso finiremmo per produrre molto meno di 1 dollaro a vantaggio del mondo.

Bjorn Lomborg, Stiamo freschi, © 2008 Arnoldo Mondadori Editore, Milano - per gentile concessione

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